Gravidanza: perché è importante mantenere in salute il microbiota intestinale?
Grazie alla ricerca scientifica oggi sappiamo che l’equilibrio – o meglio l’eubiosi – del microbiota intestinale è fondamentale per la salute per tutti e ad ogni età. Anche in gravidanza il microbiota intestinale assume grande importanza non solo per evitare fastidiosi episodi collegati alla irregolarità intestinale, ma in generale per la salute della futura mamma e anche del nascituro grazie al primo preziosissimo apporto probiotico attraverso il latte materno.
In noi abitano miliardi di microrganismi, lo sapevi?
Il microbiota intestinale è il nome con cui viene chiamata la popolazione di microrganismi – si stima che siano 100 miliardi – che vive nell’intestino e che in un equilibrio dinamico lavorano per il benessere dell’organismo, soprattutto perché qui risiede il 70% delle nostre difese immunitarie. Il microbiota intestinale interviene nell’assimilazione dei nutrienti apportati con l’alimentazione, regola l’attività intestinale ma soprattutto funge da barriera difensiva contro agenti patogeni e infiammazioni croniche.
Proprio per questo è bene tenere il microbiota intestinale in equilibrio armonico in cui le varietà dei ceppi batterici presenti cooperano per mantenere l’omeostasi. In parole povere per mantenere una sorta di “tranquillità” dove non ci sono ceppi che prevalgono su altri provocando del caos o “disbiosi” intestinale.
Cosa succede in gravidanza al microbiota intestinale?
La gravidanza è un momento meraviglioso per chi lo vive ma il corpo vive tantissimi cambiamenti. Oltre al pancione che cresce vi sono alterazioni dal punto di vista ormonale, immunologico, metabolico, tutto avviene per favorire la crescita del feto. Anche il microbiota intestinale della futura mamma subisce variazioni. Nel primo trimestre di gravidanza il microbiota intestinale non cambia molto. Nei mesi successivi diminuisce la varietà dei microrganismi, favorendo invece la proliferazione di Bifidobatteri, Proteobacteria e Actinobacteria. Soprattutto i Bifidi e i Lattobacilli saranno essenziali per contrastare i batteri patogeni, per rinforzare la barriera intestinale, trasferire i batteri buoni attraverso l’asse entero mammario al neonato e favorire il metabolismo dei nutrienti.
E se il microbiota intestinale si altera in gravidanza?
In primis una disbiosi intestinale può favorire un aumento di peso della gestante a causa di un maggiore assorbimento di calorie, aumentando il rischio di diabete gestazionale a cui sono più esposti i soggetti in sovrappeso. Può succedere anche che un microbiota in overcrescita batterica possa trasferire microbi al feto. Infatti l’intestino della donna in attesa del suo bebè può essere più permeabile ovvero può favorire una traslocazione batterica facendo entrare il feto in contatto con microrganismi. L’intestino del bambino viene colonizzato dai batteri del microbiota materno durante il parto vaginale, come affermano diversi studi. Proprio per questo la disbiosi intestinale può essere un pericolo per il nascituro che invece di ricevere batteri “buoni” come i bifidi, riceverà ceppi batterici che mettono a rischio la sua salute.
La formazione del microbiota intestinale avviene già durante la gestazione. È il cordone ombelicale il primo canale di trasmissione per i primi microrganismi che arrivano al feto in utero. Dopo sarà l’allattamento diretto al seno il successivo canale di scambio. Sono davvero tanti i fattori che influenzano la composizione del microbiota intestinale. Per questo non esiste un microbiota uguale all’altro, come se fosse una sorta di impronta digitale.
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